L’artista

Volpe michele A4

Michele Volpe è nato ed ha trascorso l’infanzia a Savignano Irpino, in provincia di Avellino, per trasferirsi poi a Latina, dove è avvenuta la sua formazione umana ed artistica. Sin da giovanissimo, ha avvertito l’esigenza di comunicare il suo mondo interiore attraverso le immagini e nel corso della sua vita ha sperimentato tecniche diverse, senza però mai tradire il suo insopprimibile bisogno di esprimersi liberamente, senza assoggettarsi ad alcuno schema e senza imitare e ciò gli ha consentito di acquisire uno stile inconfondibile. Ha partecipato ad innumerevoli mostre collettive e ne ha tenute di personali in varie parti d’Italia meritando giudizi lusinghieri dai critici.

La passione e la sensibilità che molti anni orsono il grande Giacomo Manzù ravvisava nelle tele dell’allor giovane artista hanno caratterizzato la successiva produzione di Michele Volpe, anzi sono diventate ancora più profonde ed intense per l’apporto delle nuove esperienze di lavoro e di vita vissuta.

Pur essendo i suoi dipinti più tradizionali molto godibili, l’artista si sente assai più coerente con la sua ispirazione allorché dipinge quelle figure femminili un po’ arcaiche, dai larghi volti che sembrano racchiudere un enigma, degli animali e soprattutto i suoi prediletti cavalli e le giostre, forse un suo lontano ricordo degli anni infantili in Irpinia, che egli trasfigura con l’immaginazione, facendole quasi sembrare una metafora della vita.

Michele Volpe continua a dipingere, non ne potrebbe fare a meno, ma con il tempo si è applicato con autentico e crescente interesse anche alla calcografia. Ne sono una testimonianza le incisioni di vario tipo alle quali si dedica nel suo laboratorio “Il Torchio” di Latina le quali suscitano ammirazione e per l’originalità dei soggetti e per l’accuratezza dell’esecuzione.
Particolarmente suggestive sono, a detta di molti, quelle mediante le quali ha inteso rendere omaggio alla terra Pontina in cui si è svolta la maggior parte della sua esistenza. In alcune rappresenta degli scorci delle vecchie paludi, così come la sua immaginazione gli suggerisce: gli acquitrini, i bufali, le misere capanne e le figure femminili in sintonia con quel paesaggio desolato. E poi angoli particolarmente rappresentative di Latina raffigurati con una tale concretezza che sembrano essere davanti ai nostri occhi nella loro realtà ma ecco che l’attenzione viene catturata da immagini oniriche che, lungi dallo stridere con lo sfondo, si fondono mirabilmente con esso dando luogo ad un’atmosfera avvincente, sospesa tra realtà e sogno.
Da un po’ di tempo a questa parte Michele Volpe, dando un’ ulteriore prova della versatilità, si cimenta anche nell’arte della ceramica.
Ormai nella piena maturità, egli plasma l’argilla con entusiasmo giovanile, rivelando ancora una volta l’estro che gli è congeniale.

Non a torto dicevano gli antichi Romani: “Ars una, species mille”; L’arte, infatti, sebbene possa avere molteplici manifestazioni, è sempre una. Questa nuova attività non è il frutto di un interesse estemporaneo ma piuttosto la realizzazione di un sogno a lungo carezzato cui non è estranea la vicinanza del paese natio di Volpe con Ariano Irpino, vivace cittadina nella quale l’arte della ceramica vanta radici millenarie.
Nei lavori in ceramica incontriamo spesso i temi cari a Volpe e principalmente le sue donne procaci e misteriose portate dai cavalli attraverso un mondo che non ha confini, quello della fantasia.

Volpe michele A4

Michele Volpe è nato ed ha trascorso l’infanzia a Savignano Irpino, in provincia di Avellino, per trasferirsi poi a Latina, dove è avvenuta la sua formazione umana ed artistica. Sin da giovanissimo, ha avvertito l’esigenza di comunicare il suo mondo interiore attraverso le immagini e nel corso della sua vita ha sperimentato tecniche diverse, senza però mai tradire il suo insopprimibile bisogno di esprimersi liberamente, senza assoggettarsi ad alcuno schema e senza imitare e ciò gli ha consentito di acquisire uno stile inconfondibile. Ha partecipato ad innumerevoli mostre collettive e ne ha tenute di personali in varie parti d’Italia meritando giudizi lusinghieri dai critici.

La passione e la sensibilità che molti anni orsono il grande Giacomo Manzù ravvisava nelle tele dell’allor giovane artista hanno caratterizzato la successiva produzione di Michele Volpe, anzi sono diventate ancora più profonde ed intense per l’apporto delle nuove esperienze di lavoro e di vita vissuta.

Pur essendo i suoi dipinti più tradizionali molto godibili, l’artista si sente assai più coerente con la sua ispirazione allorché dipinge quelle figure femminili un po’ arcaiche, dai larghi volti che sembrano racchiudere un enigma, degli animali e soprattutto i suoi prediletti cavalli e le giostre, forse un suo lontano ricordo degli anni infantili in Irpinia, che egli trasfigura con l’immaginazione, facendole quasi sembrare una metafora della vita.

Michele Volpe continua a dipingere, non ne potrebbe fare a meno, ma con il tempo si è applicato con autentico e crescente interesse anche alla calcografia. Ne sono una testimonianza le incisioni di vario tipo alle quali si dedica nel suo laboratorio “Il Torchio” di Latina le quali suscitano ammirazione e per l’originalità dei soggetti e per l’accuratezza dell’esecuzione.
Particolarmente suggestive sono, a detta di molti, quelle mediante le quali ha inteso rendere omaggio alla terra Pontina in cui si è svolta la maggior parte della sua esistenza. In alcune rappresenta degli scorci delle vecchie paludi, così come la sua immaginazione gli suggerisce: gli acquitrini, i bufali, le misere capanne e le figure femminili in sintonia con quel paesaggio desolato. E poi angoli particolarmente rappresentative di Latina raffigurati con una tale concretezza che sembrano essere davanti ai nostri occhi nella loro realtà ma ecco che l’attenzione viene catturata da immagini oniriche che, lungi dallo stridere con lo sfondo, si fondono mirabilmente con esso dando luogo ad un’atmosfera avvincente, sospesa tra realtà e sogno.
Da un po’ di tempo a questa parte Michele Volpe, dando un’ ulteriore prova della versatilità, si cimenta anche nell’arte della ceramica.
Ormai nella piena maturità, egli plasma l’argilla con entusiasmo giovanile, rivelando ancora una volta l’estro che gli è congeniale.

Non a torto dicevano gli antichi Romani: “Ars una, species mille”; L’arte, infatti, sebbene possa avere molteplici manifestazioni, è sempre una. Questa nuova attività non è il frutto di un interesse estemporaneo ma piuttosto la realizzazione di un sogno a lungo carezzato cui non è estranea la vicinanza del paese natio di Volpe con Ariano Irpino, vivace cittadina nella quale l’arte della ceramica vanta radici millenarie.
Nei lavori in ceramica incontriamo spesso i temi cari a Volpe e principalmente le sue donne procaci e misteriose portate dai cavalli attraverso un mondo che non ha confini, quello della fantasia.

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